Articolo scritto da Dott. Carmine Di Iorio, neurobiologo e consulente nutrizionale
L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) costituisce il principale sistema biologico del corpo che risponde a minacce e fattori di stress imminenti o percepiti (infiammatori, traumatici o psicologici) attraverso la stimolazione di una risposta che comporta il rilascio di glucocorticoidi nella circolazione sistemica da parte delle ghiandole surrenali [1, 2].
I glucocorticoidi, tra cui il cortisolo, sono anche importanti regolatori del bilancio energetico e dell’omeostasi del glucosio [1, 2, 3]. Esistono determinanti ambientali e genetici che modulano le differenze interindividuali nell’esposizione al cortisolo [3].
I livelli di cortisolo seguono tipicamente un forte ritmo diurno: i livelli sono elevati al risveglio, aumentano in media del 50-60% nei 30-40 minuti successivi, scendono rapidamente nelle ore successive e poi scendono più lentamente fino a raggiungere un nadir intorno all’ora di andare a dormire [7, 8].
Il cortisolo ha importanti effetti regolatori in tutto il corpo e nel cervello, influenzando l’eccitazione, i processi energetici e metabolici, il funzionamento del sistema immunitario e infiammatorio, l’umore e il comportamento sessuale [9].
Studi clinici dettagliati sull’asse HPA nel diabete hanno mostrato una significativa disregolazione dell’asse HPA con livelli elevati di cortisolo mattutino, pomeridiano e diurno, insieme ad una maggiore prevalenza di cortisolo non soppresso dopo il test di soppressione [10, 11, 12, 13].
Inoltre, le complicanze microvascolari nel diabete, comprese la retinopatia e la neuropatia, sono state collegate alla disfunzione dell’asse HPA [13, 14].
Studi epidemiologici hanno anche dimostrato che i disordini metabolici, l’obesità e il diabete di tipo 2 sono associati alla disfunzione dell’asse HPA [3].
Negli studi trasversali, gli individui con diabete di tipo 2 mostrano una pendenza più piatta del cortisolo durante il giorno, una risposta attenuata al risveglio del cortisolo (CAR) e un cortisolo prima di coricarsi più elevato rispetto a quelli senza diabete [15, 16, 17, 18].
Recentemente, l’associazione longitudinale tra lo stato del diabete e i cambiamenti nelle caratteristiche della curva giornaliera del cortisolo nel tempo è stata valutata in due studi: lo studio MESA e lo studio Whitehall II [18, 19].
Lo studio MESA ha dimostrato che lo stato del diabete non prevedeva il cambiamento delle caratteristiche della curva del cortisolo nell’arco di 6 anni [18]; tuttavia, lo studio Whitehall II ha riportato che livelli più elevati di cortisolo prima di andare a dormire e una pendenza diurna più piatta del cortisolo rispetto al basale predicevano la nuova insorgenza del diabete [20].
Questi dati suggeriscono che le caratteristiche dell’asse HPA possono influenzare il metabolismo del glucosio e il rischio di diabete, ma il diabete potrebbe non influenzare la dinamica del cortisolo e la funzione dell’asse HPA.
Grazie agli studi MESA e Whitehall II, studi longitudinali su adulti multietnici, si è osservato che un aumento percentuale annuo maggiore del cortisolo al risveglio, dell’AUC (Area Sottesa alla Curva) totale e una pendenza di declino complessiva più piatta sono associati a un aumento percentuale annuo del glucosio a digiuno tra i partecipanti con diabete.
Tra gli individui normoglicemici, una variazione percentuale annua più elevata del glucosio a digiuno è stata associata a un livello più basso di cortisolo prima di andare a dormire, ma non ad altre caratteristiche della curva del cortisolo.
Tra i partecipanti con diabete, la pendenza di declino del cortisolo più piatta al basale era positivamente associata a cambiamenti nella glicemia a digiuno [21].
Tra i partecipanti con diabete, una media più elevata di variazioni annuali del cortisolo al risveglio, dell’AUC totale del cortisolo e una pendenza di declino complessiva più piatta sono state associate a maggiori variazioni annuali del glucosio a digiuno [21].
Tra tutte le caratteristiche della curva del cortisolo esaminate, si ritiene che l’AUC rifletta l’esposizione giornaliera al cortisolo[22]. Ciò può essere spiegata dalla fisiologia del metabolismo del cortisolo.
Una delle funzioni principali del cortisolo è quella di aumentare il glucosio attraverso la gluconeogenesi e diminuire la secrezione di insulina [23].
Inizialmente si pensava che ci fosse un’associazione trasversale di una maggiore AUC del cortisolo totale nei soggetti con diabete rispetto ai soggetti senza, suggerendo un ruolo del cortisolo elevato nel contribuire all’ipoglicemia [17]. Inoltre, dagli studi longitudinali è emerso che nell’arco di 6 anni si crea una relazione temporale tra i livelli di cortisolo e i cambiamenti longitudinali della glicemia a digiuno.
Ci sono due meccanismi proposti per i risultati.
I cambiamenti diurni della pendenza del cortisolo possono essere indicatori di alterazioni legate allo stress con esposizioni allo stress acuto e cronico collegate a un declino più piatto del cortisolo [8, 28, 29, 30]. Questi due meccanismi possono funzionare insieme o in parallelo. I cambiamenti osservati con le caratteristiche della curva del cortisolo e del glucosio supportano un ruolo sempre più importante della disregolazione del cortisolo che influisce sul metabolismo del glucosio nel diabete.
Grazie agli studi longitudinali è stato esplorato il cambiamento longitudinale delle caratteristiche del cortisolo con il cambiamento della glicemia a digiuno tra individui con glicemia a digiuno normale, alterata e con diabete.
Il cortisolo influenza i cambiamenti del glucosio tra gli individui con diabete. Questa relazione è indipendente dal BMI (indice di massa corporea), suggerendo che i glucocorticoidi influiscono direttamente sul metabolismo del glucosio attraverso effetti sulla secrezione e sulla segnalazione dell’insulina [31].
Dagli studi longitudinali è quindi emerso che il diabete non influenza la dinamica del cortisolo, ma l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e il cortisolo possono influenzare il metabolismo del glucosio e il rischio di diabete, determinando aumenti nei livelli di glicemia a digiuno e sopprimendo l’attività dell’insulina.
Il cortisolo o ormone dello stress può provocare numerosi effetti negativi al nostro organismo, quando in condizioni di forte stress viene prodotto in quantità eccessive. Tra i sintomi che possono mettere a serio rischio la nostra salute ritroviamo disturbi del sonno, ritenzione idrica, iperglicemia, perdita di massa magra, sovrappeso, disturbi della memoria e stanchezza cronica.
Adottare uno stile di vita sano e seguire alcuni piccoli consigli possono ridurre il cortisolo alto riportandolo a livelli normali:
Bibliografia
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